sabato 15 febbraio 2014

Etica e marchette può un collaboratore di guide assumere incarichi privati di consulenza da aziende inserite in guida?





L'Etica con la E maiuscola è sempre nel manifesto d'intenti di tutte le guide nazionali  e internazionali di enogastronomia.

Cosa intendiamo per etica? Etimologicamente, s'intende esprimere un giudizio su un'azienda, un vino, un ristorante, basato sulla soggettiva interpretazione,  a prescindere dai rapporti privati intrattenuti con il produttore di vino o il ristoratore.
S'intende anche, e dovrebbe essere naturale, che i collaboratori delle guide, cioè coloro che esprimono giudizi e attribuiscono premi e riconoscimenti alle aziende e ai ristoranti, dovrebbero accuratamente evitare ogni tipo di rapporto professionale con le stesse; è un fatto, che prima o poi, certi rapporti vengano a galla.
Sarebbe infatti come se i titolari di rubriche enogastronomiche su quotidiani nazionali, collaborassero direttamente con le aziende produttrici. Il che per fortuna  - o almeno mi auguro - finora non è mai accaduto ( anche se non è raro leggere giudizi che sono vere e proprie 'marchette')
Assolutamente diversa è invece la questione delle Guide, sopratutto quelle che mettono al centro, non solo la bontà del vino, ma che raccontano i produttori e come i vini vengono prodotti, i territori, i metodi sostenibili e quindi etici di coltivazione; proprio perchè il consumatore ha diritto di conoscere tutti questi aspetti, prima di acquistare un vino, laddove le guide attribuiscano anche premi  all'azienda che nel suo complesso racchiuda la filosofia e gli ideali ispiratori delle guide stesse. 
Tutto questo purtroppo si vanifica quando si ha la certezza che chi esprime giudizi è pagato probabilmente prprio dall'azienda sulla quale ha espresso il giudizio. I pochi casi faticosamente venuti alla luce purtroppo conducono alla perdita di credibilità dell'intera guida. 
A questo punto, lettori e consumatori che sulle suddette guide hanno fatto affidamento, sono naturalmente portati a pensare, che ogni giudizio espresso non sia altro che quello che in termini giornalistici di definisce "volgarmente, marchetta". Ahimè - opinione del tutto personale -- da addetta ai lavori, non è tutto oro quel che luccica e mi capita piutosto spesso di assistere a tali fenomeni; io stessa, pur essendo consulente di aziende prestigiose, non ho mai scritto una sola riga riguardante le aziende mie clienti, perchè, pur inconsapevolmnte sarei stata portata ad esprimermi in termini favorevoli. Ma, lo sappiamo, l'onestà intellettuale è cosa rara.

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