mercoledì 24 aprile 2013

Guida a Napoli: dieci ristoranti e trattorie da non perdere tra 25 aprile e 1 maggio



veduta aerea della città: il Maschio angioino, Palazzo Reale, Piazza Municipio e alle spalle il centro storico
a cura di Giulia Cannada Bartoli
Napoli – una volta capitale del Regno delle Due Sicilie  – e terminal indiscusso di tutte le merci che arrivavano dalle campagne e dalle vicine isole per essere trasformate sia, nelle cucine nobili dei ‘Monzù’, sia, in quelle del popolo e delle storiche osterie, fortunatamente non ha perso questo solido patrimonio della cucina di tradizione e per lo più accessibile a tutte le tasche.
Sparse per la città troviamo decine e decine di trattorie dedicate a questa missione, oltre ad alcuni ristoratori illuminati che hanno saputo trovare la giusta via di mezzo fra tradizione e innovazione. Troverete tutti gli indirizzi in calce a queste pagine.

Partiamo proprio da questi ultimi:
Da Umberto Ristorante – Pizzeria
da sinistra Lorella, Massimo e Roberta di Porzio
Locale storico della famiglia di Porzio, oggi gestito dai tre fratelli Massimo, Lorella e Roberta, si trova nel centro chic della città e propone una cucina della tradizione napoletana classica e leggera accompagnata da un’ottima carta dei vini e buonissime pizze. Tra gli antipasti da non mancare i Fiori di zucca al caciocavallo gratinati, le polpettine di pesce bandiera con gazpacho di pomodori e la provola di bufala con carciofi fritti. Particolari i primi: casarecce con capocollo, fave e pecorino; ravioli al limone con vongole e asparagi; più tradizionali gli gnocchi alla caprese con provola e la specialità della casa: i tubettoni “d’ ‘o treddeta”(con polpetti veraci, olive nere, capperi e pomodorini), così chiamati dal soprannome del papà dei fratelli di Porzio, poiché ad un mano mancavano due dita. Tra i secondi di mare :involtini di pesce bandiera gratinati con scarole; ‘morzelle’ di baccalà fritto con zucchine; sul versante carne: pollo agli agrumi; salsiccia di maiale nero casertano alla griglia con broccoli; polpettone alla napoletana con parmigiana di melanzane; classica la proposta dei dolci: ‘babbà’ con panna; caprese al cioccolato con salsa all’arancia; torta di ricotta e fragoline; pastiera a Pasqua e struffoli a Natale. Prezzo medio ristorante  circa 35 euro esclusi i vini; 15 euro per la pizza.
-  Ristorante Napoli Mia
Antonella Rossi
Garbato ristorante gestito dalla Chef Antonella Rossi e famiglia,  si trova alla Riviera di Chiaja, di fronte la Villa Comunale. Antonella propone una cucina di territori (del sud Italia e, a volte, del sud del mondo) e tradizione rivisitata, semplice, senza fronzoli e molto genuina. Ricca carta dei vini campani e non. Il pane è fatto in casa: tradizionale, integrale, alle olive, al rosmarino, grissini al nero di seppia e il “ pappadam”,  una  sfoglia croccante di origine indiana con farina di lenticchie verdi. Tra gli antipasti il raviolo di pane cafone ripieno di alici di Cetara, con ricotta di bufala su salsa di basilico; la caponatina con ricotta di bufala e pistacchi di Bronte; insalatina di calamari con verdure croccanti e germogli; ancora, la millefoglie di gamberi rossi con verdure di stagione in cialde di pane cafone e limone candito. Da non perdere la Maritata di tonno cotto e crudo con caponatina di verdure.
Naturalmente, non mancano le proposte della tradizione: sautè di frutti di mare e fritti napoletani.
Menzione speciale alla Zuppa di Pesce di Napoli Mia: un attento e delicato work in progress, tutto espresso, rispettando i diversi tempi di cottura di ogni pesce, servita al momento con crostini, brodo di pesce e poco pomodoro. Tra i primi la zuppa tiepida di cannellini , sedano verde e cannolicchi; pasta e piselli con pancetta croccante e olio a crudo; gnocchi al nero di seppia con bottarga di muggine, triglie di scoglio scottate al timo e zeste di limone.
Ovviamente  non mancano i vermicelli con vongole veraci ed i fusilli con Ragù di San Marzano e fior di ricotta di bufala.Più o meno  una decina i secondi in carta, con una lieve prevalenza del mare sulla terra e particolare predilezione per il pesce azzurro: trancio di spigola all’acqua pazza; turbante di pesce bandiera con gambero di Mazzara su vellutata di zucchine;
Le proposte di carni non sono affatto banali, vanno dal coniglio di cortile, ripieno di friarielli e provola di bufala; filetto di manzo all’aglianico con lardo agerolese; Maialino nero Casertano con mele annurche e prugne; carrè di agnello su vellutata di patate alla curcuma.
Circa una decina di dessert in carta e non, tra i quali La Cialda di Cannolo croccante, con mousse di ricotta, arancia candita e pistacchi di Bronte. Non possono mancare il classico ‘babbà’ napoletano e  la pastiera. Prezzo medio sui 40 euro esclusi vini.
Le trattorie
Se le vostre tasche non arrivano ai budget di cui sopra, tranquilli: c’è tutta una schiera di antiche trattorie e osterie, rigorosamente a gestione familiare  pronte ad accogliervi a costi decisamente abbordabili per assaggiare i piatti tradizionali della cucina napoletana; la genovese, la parmigiana di melanzane il ‘gattò’ di patate, pasta e ceci, pasta e fagioli, pasta e patate con la provola, il ragù di edoardiana memoria, le frittate di maccheroni, di cipolle o di patate. Le linguine allo scoglio o alle vongole, gli spaghetti con le cozze e ancora, le carni del ragù e della genovese, la braciola imbottita, la mozzarella in carrozza, la frittura di ‘paranza’, i crocchè di patate e la miriade di contorni di verdure tipici della tradizione di basiliana memoria che voleva i napoletani ‘ mangiafoglie e mangiamaccheroni’. Solo per citare parte della cucina di questi luoghi della memoria di città. La maggior parte si concentrano nel centro storico, con qualche puntata sulla collina del Vomero. Eccoli.
-  Osteria da Tonino dal 1880
da sinistra Tonino Canfora con i figli Anna e Paolo e le giovani generazioni, in tutto sei
Nel cuore chic della città, è un punto di riferimento da oltre cent’anni per ogni tipo di clientela. Cucina popolare dal riso con il minestrone, al sontuoso ragù, carne alla pizzaiola, salsicce e ‘friarielli arraggiat’,  fantastico baccalà alla carrettiera, squisito pane cafone dei paesi vesuviani, vino della casa o buone bottiglie campane e non. Dolci di casa e caffè. Spenderete  12 ai 15 euro incluso coperto, acqua, vino della casa, frutta e caffè; nel fine settimana di sera con qualche euro in più non arriverete comunque a 20.
- Locanda ‘Ntretella
Il titolare Rino Artigiano
Cominciamo ad addentrarci nel cuore del centro storico, siamo agli inizi dei Quartieri Spagnoli. ‘Ntretella è la fidanzata di Pulcinella alla quale il poeta napoletano
Domenico Cimarosa ha dedicato una famosa serenata. Anche qui, il titolare – nomen omen – Gennaro Artigiano punta sui  piatti della tradizione: spaghetti a vongole, genovese, frittata di cipolle, mezzanella ‘lardiati’, pasta e fagioli con le cozze,  polpette al ragù, baccalà in tutti i modi e  tanto pesce azzurro. Buon vino sannita della casa o bottiglie campane dall’ottimo rapporto prezzo-qualità. Per un menù completo di terra spenderete sui 20 euro, se scegliete piatti di mare, 25 euro
- Il Porto dei Sapori
Giovanni Ugon ai fornelli nella minuscola cucina
Nel cuore del porto della città un locale dall’aspetto spartano, dove Giovanni Ugon si dedica al meglio della cucina di pesce partenopea (mitico calamaro alla brace e spaghetti a vongole rosè), senza tuttavia  tralasciare i classici , come la parmigiana di melanzane, le polpette al ragù e un’indimenticabile frittata di spaghetti ‘arruscata’ e alta quattro dita da mangiare a morsi. Prezzi record dai 13 ai 18 euro per un pranzo completo di terra o di mare, incluso vino della casa del vesuviano. Personaggi commoventi, quanto indimenticabili come ‘Tazzulella’, marinaio in pensione qui da oltre 70 anni.
‘Tazzulella’ la mascotte dei lavoratori portuali
Antica Cucina Napoletana
la famiglia Romano da destra Mario, la moglie Maria e il figlio Gaetano con famiglia
Siamo tra Vomero ed Arenella, un po’ fuori dalle piste battute  ma ne vale la pena. La Famiglia Romano gestisce questo presidio del gusto da circa  50 anni. Cucina di tradizione e l’intramontabile usanza napoletana dell’asporto del ‘cucinato’ e della ‘marenna’, ossia, pane cafone farcito di ogni ben di dio. Vino di produzione propria, data l’origine vesuviana della famiglia. Qualche cenno allo sterminato menù: pasta e fagioli, ‘lardiata’, ‘gattò’ di patate; poi il piatto ‘cult’ genuino e fatto in casa, la zuppa di soffritto a solo o sugli spaghetti. Ancora genovese e ragù con le rispettive carni, fegato alla brace o alla veneziana, salsicce e friarielli e carne alla ‘pizzaiola’. Altro piatto cult ereditato dalla mamma è la pasta ‘o puveriello: bucatini al dente, conditi, ancora bollenti a crudo con battuto d’uova, prezzemolo, pecorino, sale e pepe. Baccalà in tutte le varianti e frittura di ‘paranza’. Per il conto non crederete ai vostri occhi: menù completo entro i dieci euro. il segreto? Qui pure i piatti si lavano a mano e la spesa è molto impegnativa, deve coniugare qualità e prezzo. Ci riesce alla grande.
- Antica Trattoria da Carmine ai Tribunali
Mamma Antonietta con i figli Adele e Maurizio e il genero Eduardo
I locali della trattoria Da Carmine  esistono da quasi un secolo: Adele, Maurizio e Eduardo, gli eredi di Carmine Romano lo portano avanti con passione da circa venticinque anni. Siamo  giusto a metà di Via Tribunali – il decumano maggiore -  ad angolo con Piazza San Gaetano e la Basilica di San Lorenzo, un dedalo di affascinanti vicoli impossibili da raggiungere in auto. Il locale è allegro, la cucina a vista garantisce trasparenza e tranquillità. Il menù si apre con una lunga lista di sfizi e contorni: bruschette, zeppoline, crocchè di patate, parmigiana di melanzane, zucchine alla scapece, peperoni in padella,’friarielli’,  etc. Poi spaghetti allo scoglio o alle vongole appena macchiati, linguine al ‘cuoccio’ ( pesce cappone), frittura di ‘paranza’ e sul versante terra: pasta e patate con la provola, ragù, genovese, polpette al sugo, braciòla, spezzatino e capretto di Sant’Anastasia con patate. Classici dolci napoletani: ‘babbà’, caprese e pastiera. Per un pasto completo con piatti di terra spenderete tra 15 e 18 euro con vini della casa; tra i 20 e i 25 euro se ci spostiamo verso il mare.
-  Antica Trattoria–Pizzeria Da Donato, dal 1956 a Porta Nolana
La famiglia Amoroso Marilena con papà Vittorio, il marito Ciro Addo e i figli Francesco e Andrea
Siamo nel cuore di Napoli, a pochi passi da Piazza Mercato, dalla stazione centrale e da Porta Nolana. Proprio di fronte al vecchio ponte della prima ferrovia Napoli – Portici, c’è la nostra trattoria – pizzeria da Donato.Marilena, la quarta generazione, regna in cucina dove sposa in tutto la tradizione popolare con qualche guizzo di fantasia. Il menù è giornaliero; il locale è anche un’ottima pizzeria. Fiore all’occhiello è l’antipasto fantasia: parmigiane di melanzane, zucchine, patate, finocchi e carciofi cotte nel forno a legna. I classici primi piatti: ‘gattò’ di patate, ragù, genovese, lardiata, ‘scarpariello’, puttanesca, guanciale e pomodorini del Vesuvio, manfredi con ragù e ricotta, sempre con la pasta ‘calata’ al momento. e poi un piatto antico “ ‘e vruoccoli ‘a puveriell’”:
i gambi dei broccoli  con pane raffermo, molto peperoncino, aglio e sugna. Uno spettacolo. Anche sul lato mare prevale la tradizione: linguine allo scoglio, spaghetti con le cozze. Tra i secondi: carni alla genovese e al ragù e la Cotoletta
alla Donato fritta, con provola, prosciutto, funghi o melanzane, un po’ di noce moscata, una spruzzata di vino bianco e ripassata nel forno a legna. I secondi di mare variano secondo il pescato: spigole ed orate di mare al forno, alla brace o, all’acqua pazza, ‘polipetti’ alla luciana, gamberoni alla griglia, ‘mpepata di cozze, calamari ripieni di provola e salame o, scarola e provola. Il banco dei contorni è a vista, davanti la cucina ci sono tutti i classici napoletani. Il vino della casa è del vesuviano, in alternativa buone bottiglie campane. Parliamo di prezzi: 14 euro per l’abbondante antipasto fantasia, da 5 a 14 euro i primi, 3 euro per i contorni, da 7 a 12 euro i secondi, 3 euro per i dolci, 3,50 euro il vino della casa. L’ultimo euro va per un caffè squisito.
- Napoli, La Taverna del Buongustaio
da sx Gaetano Aiese, Salvatore Mazzella e gli aiuti Ilhom (dall’Utzbekistan) e Adriano
Ci troviamo tra la Pignasecca  e i quartieri Spagnoli,  giusto alle spalle di Via Toledo, a pochi metri, svoltato l’angolo, comincia Vico Basilio Puoti sede dell’ultra centenaria Taverna del Buongustaio. La destinazione originaria del locale s’intuisce dalla botola in ferro sul pavimento dell’ingresso, sollevandola non ci sono scale,  solo una ripida discesa in cemento per far rotolare le botti. La taverna oggi è gestita da Don Gaetano Aiese e suo genero Salvatore Mazzella. Prima di loro si sono avvicendate altre gestioni per un totale di circa 100 anni. Don Gaetano e Sasà sono qui da oltre vent’anni…fate un po’ i conti. Il locale è semplice e allegro. Il vino della casa – Solopaca rosso o bianco è servito  in deliziose caraffe personalizzate. Il menù è giornaliero: Lunedì: pasta e fagioli, in estate anche con le cozze; Martedì: pasta e patate con provola; Mercoledì: pasta e ceci;  Giovedì:pasta e lenticchie; Venerdì: pasta e piselli; Sabato: pasta e cavolo; Domenica: ragù, genovese con le cipolle di Tropea e cotta per ore o gnocchi rigorosamente di casa.  Facciamo un passo indietro, l’antipasto è molto ricco: mozzarellina panata e fritta, involtino di melanzane, bruschetta, mini crocchè, arancini fatti in casa e frittatina di maccheroni. Sul lato mare, spaghetti con i calamari o con i frutti di mare; tra i secondi polpettone al sugo, salsicce, provola al sugo, fegato alla veneziana; alici fritte, frittura di ‘paranza’, cotoletta di pesce bandiera e baccalà e ‘coroniello’ in tutte le salse. I contorni sono napoletani classici: friarielli, parmigiana di melanzane, zucchine alla scapece, peperoni in padella etc.  Quando c’è tempo, frittate di verdure, di patate e di cipolle. I dolci sono opera di Gaetano: caprese, ‘babbà’ e millefoglie crema e amarena. Del conto non preoccupatevi per un pranzo completo spenderete circa 20 euro e vi divertirete da pazzi.
- Osteria La Mattonella
da destra Antonietta Imperatrice con i figli Fatima e Massimo
Questo luogo è davvero uno scrigno della memoria, un posto del cuore. Qui ci sono segni della storia di Napoli rari e introvabili, come il pozzo chiuso che corrisponde con Napoli sotterranea. Un altro richiamo al passato viene dai grandi chiodi rimasti attaccati alle pareti, che testimoniano la precedente presenza di stalle confinanti con i giardini dell’attiguo Palazzo Monteroduni, dove si attaccavano i cavalli. Le pareti dell’osteria si rifanno alla storia dell’antica “ riggiola” napoletana. Nei secoli scorsi per “riggiola” s’intendeva la semplice piastrella in cotto grezzo per  piastrellare un pavimento. L’Osteria fu fondata dal famoso Patròn Peppino Marangio, scomparso in un tragico incidente; oggi nel locale ci sono sua moglie Antonietta Imperatrice e suo figlio Massimo. L’osteria è un gioiello dal punto di vista storico, tutto è stato lasciato com’era: ecco il pavimento di basalto, (‘e vasole), le travi di legno a soffitto, le putrelle di ferro con la puleggia per calare il vino in cantina attraverso le botole di ferro. Poi il pezzo forte, le ceramiche, le riggiòle napoletane settecentesche  di Salvatore delle Donne, quelle della sala e quelle della cucina. Le materie prime sono solo di prima scelta pochi semplici piatti preparati solo con cose buone. La pasta è di Gragnano, il pane arriva da un forno a legna artigianale della zona collinare . Il menù è giornaliero e molto semplice: l’antipasto è composto da un crocchè di patate, un involtino di melanzane o zucchine con provola e prosciutto e una mozzarellina impanata e fritta a regola d’arte. I primi non sono molti ma tutti “a mestiere”: il posto d’onore spetta alla genovese, preparata con tre tipi di cipolle, dorate, bianche e un paio di Tropea. Penne lisce o ziti spezzati, il sugo è bruno denso e profumato.  A pari merito la pasta e ceci, esattamente come quella che piace ai napoletani: pasta mista, ceci cremosi, ma non passati, colore scuro, sapore intenso, “azzeccata” al punto giusto. A seguire, il ragù, la puttanesca, minestra di fave e cicoria, o crema di cicoria e peperoncini verdi fritti. Ancora, zuppa di lenticchie e broccoli, spaghetti ai calamari, pasta e patate con la provola, pasta e zucca, verza e riso, a Carnevale la lasagna con sfoglia fresca (la pettola) e ricotta romana. Restano sul classico anche i secondi: polpette al sugo o fritte, polpettone al forno, braciola al sugo con tutti i crismi, braciola di cotica per quelli più “hard”, salsicce e croccanti ‘friarielli’ aglio, olio e peperoncino; carne alla pizzaiola e poi il lato mare: primo in classifica: baccalà, fritto o alla “carrettiera”, poi alici marinate o in tortiera e frittura di calamari; polpo in cassuola o all’ischitana, ovvero polpo crudo gettato in aglio, olio e peperoncino e poi ricoperto di vino bianco. In estate spaghetti con le cozze o frutti di mare e “impepata” di cozze. Quanto ai contorni, si rispetta la tradizione: parmigiana di melanzane, zucchine alla scapece, peperoni in padella, verdure grigliate, zuppa primavera con fave, piselli e carciofi, insalate fresche, verdure lesse, zucca alla griglia, peperoncini verdi imbottiti. Il vino della casa è un onesto e gradevole Solopaca in bicchieri da osteria, e caraffa vietrese , ma, chi vuole, può scegliere  tra blasonate bottiglie campane e nazionali. Il dessert è particolare, un’idea di Peppino: piccoli bicchierini di cioccolato artigianale riempiti con “Frangelico” un aromatico liquore alle erbe, oppure torroncini di San Marco dei Cavoti e biscotti alla mandorla. A proposito di conti: siamo sui 18 euro dall’antipasto al dolce, vino della casa e caffè. Logicamente saliamo di prezzo se si scelgono vini più nobili.
Gli indirizzi
Pizzeria Ristorante Umberto 
Via Alabardieri 30
Tel. Fax 081 418555
www.umberto.it
Chiuso il lunedì; 
Ferie 1 settimana centrale in agosto
Bancomat, carte di credito:  si
cucina per celiaci

Ristorante Napoli Mia
Riviera di Chiaia 269 , Tel. 39+081.552.22.66  www.ristorantenapolimia.it
Aperto: pranzo e cena
Chiuso: lunedì – Aperti per Pasqua e Lunedì in Albis
Ferie 1 settimana centrale in agosto
Bancomat, carte di credito tutte
Ristorante con cucina per celiaci
Osteria Da Tonino dal 1880
Via S. Teresa a Chiaia 47
Tel. 081. 421533
osteriadatonino@libero.it

Aperto: da lunedì alla domenica a pranzo h. 12,00 – 15,00
Venerdì e Sabato anche di sera ( consigliata la prenotazione)
Chiusi: dal lunedì al giovedì sera
Carte di credito e bancomat: si
Ferie: 2 settimane centrali in agosto


Locanda ‘Ntretella
Salita S. Anna di Palazzo (Adiac.Via Chiaia)
Tel. +39.081.427783 – mob. 39+ 333. 7687 111
www.locandantretella.it

Aperto: pranzo e cena ( 12,00 – 15,30; 19,00 – 23.30)
Chiuso: Domenica
Ferie: 15 gg. in Settembre
C/c e bancomat:si
Buoni pasto: si

Il Porto dei Sapori di Biagio e Giovanni Ugon


Molo Immacolatella Vecchia
(all’interno del Porto, ingresso Varco Duomo)
Tel. 081 7901284
Aperto solo a pranzo, dalle 10 alle 17,00.
Asporto: si
A cena solo su prenotazione
Ferie: una settimana in agosto

Antica Cucina Napoletana
Via Giacinto Gigante 33
Tel. 39.081. 544.88.67 – 39.347. 4926123
Aperti solo a pranzo dal lunedì al sabato ( 12,00 – 16,30)
Asporto e consegna a domicilio: si
Giorno di chiusura: domenica, esclusi i periodi delle festività

Aperto il 25 aprile
Ferie: ultime 3 settimane in agosto

Trattoria da Carmine ai Tribunali
Via Tribunali, 330
Tel. 081.294383 Aperto: pranzo e cena ( 12:00/16:00 – 19:00 – 23,00) dal mercoledì al sabato; a pranzo: solo martedì e domenica; Chiuso: l’intero lunedì C/credito: sì tranne American Express Buoni pasto: si Asporto: si
Ferie: 20 – 31 agosto
Antica Trattoria–Pizzeria Da Donato, dal 1956 a Porta Nolana
Via San Cosmo fuori Porta Nolana 26/28
Tel.081. 287828 fax 081.06009529
trattoria.dadonato@fastwebnet.it

chiuso :lunedì
aperto a pranzo e cena ( 12.00 – 16,00/ 19:00 – 23.00)
carte di credito, bancomat, TRestaurants: si
ferie: tre settimane in agosto
guida osterie Slow Food 2012 – lingue: inglese e francese

 La Taverna del Buongustaio
Vico Basilio Puoti, 8
Tel .39+081.5512626
Chiuso: domenica sera
Aperto: dal lunedì al sabato a pranzo e cena.
Domenica solo a pranzo (12,30-15,30/ 19,00–24,00)
No carte di credito
consigliata la prenotazione nel fine settimana (‘si no nun v’assettate’!)

Osteria La Mattonella
Via Nicotera 13
Tel.081.41.65.41 – maxmarangio@hotmail.it
Aperti tutti i giorni, pranzo e cena ( 12,30 – 15,00; 19,00 – 23,00.)
Chiuso: domenica sera c/credito bancomat:si
Ferie: due settimane centrali in agosto

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